Thomas Pynchon

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martedì 21 maggio 2013

 La fisica della termodinamica.
 
Da VITTORIO MARCHIS, Storia delle macchine, Laterza, Roma-Bari 2009, p. 241.
 
A seguito delle innovative scoperte della tecnologia del vapore, volendosi indagare i limiti dello sfruttamento delle risorse naturali, siano esse idrauliche, chimiche o termiche, è la termodinamica a creare il tessuto connettivo, unificante, nello stabilire un principio in base al quale non si poteva concepire alcun dispositivo in grado di produrre energia senza consumare risorse.
Nicolas Leonard Sadi Carnot (1796 - 1832) è figlio di Lazare Carnot (1753-1823), ingegnere militare, membro del Direttorio e autore di un Essai sur les machines. Sadi nel 1823 a Parigi scrive il suo famoso trattato Potenza motrice del calore, in cui fonda le basi teoriche del secondo principio della termodinamica. [...]
Nel 1847 il fisico tedesco Hermann Von Helmontz (1821-94) prova alla Società fisica di Berlino che il primo principio della termodinamica è un'assunzione valida e non in contrasto con le altre leggi della fisica, e lega l'impossibilità del moto perpetuo alla conservazione dell'energia. Solamente con Rudolph Julius Emanuel Clausius (1822-88), ormai nella seconda metà del secolo, viene definitivamente formulato il secondo principio, negandosi la possibilità anche di moti perpetui dovuti a trasformazioni termodinamiche, dove la presenza di meccanismi, e di attriti, non era indispensabilmente richiesta.

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